«Gasperino er Carbonaro» brillo d’amore

Di Veronica Meddi

Il teatro è vero teatro quando accade un fatto. Ecco, il fatto in questa occasione si è manifestato sotto gli occhi di tutti, anzi, il fatto in se stesso sono proprio i tutti che hanno creato più che uno spettacolo una vera festa. Al Teatro Anfitrione dal 7 al 10 e dal 14 al 17 novembre, l’Associazione Culturale Romolo e Roma presenta «Gasperino er Carbonaro», la divertente commedia scritta da Andrea Quintili, per la regia di Valentino Fanelli. Chi non conosce la storia del Marchese più irriverente e burlone della Storia di Roma, e bene, Quintili e Fanelli, hanno pensato in questa occasione di dare spazio a uno dei deliziosi personaggi che s’aggirano accanto al Grillo; lui è Gasperino, un carbonaro scansafatiche molto devoto, invece, al vino. È lo stesso Fanelli che ne interpreta il ruolo, trasformandolo, con una rilettura personale, in una specie di poetico clown. Intendiamoci, il naso non credo che sia rosso solo per effetto dei fumi dell’alcool. Questo lo si capisce dai movimenti rocamboleschi intralciati da lunghe scarpe e abito fuori taglia realizzato da Tina De Marco. Quintili è l’oste, un oste che «a scuola non c’annette mai», e per questo personaggio, lui stesso che ne è autore, ha scelto una lingua che si avvicina a una specie di grammelot romano sgrammaticato. Esempio? «Bevetti». La chiave della comunicazione è nella semplicità e le battute arrivano dirette al pubblico che con continue risate partecipa a questa che mi è piaciuta definire ‘festa’. Direttamente dal cinema al teatro il sensibile Sergio Di Pinto, a lui spetta il ruolo di Ricciotto, presenza scenica e voce, le sue, importanti, che ne caratterizzano il colore di una Roma che c’è stata e che c’è ancora. L’intero cast, ben amalgamato, segue in modo dinamico e giocoso i ritmi della commedia, è composto da: Laura Antonini, Marcherita Smiriglia, Giorgio Giurdanella, Stella Gallo, Eleonora Manzi, Luana Cannistraci, Eleonora Pedini, Mirko Susanna, Stefano Addabbo, Maurizio Pedini, Antonio Volpe, Ester Ceccarelli, Chiara Fioravanti, Alessio Ciaffi, Ernesto Pietrella, Renata Ruggeri, Mirco Pavone, Umberto Stefolani, Sandro Cococcia. Ecco cosa accade. Il gioco è bello quando dura poco e questo, il Marchese Onofrio der Grillo lo deve capire. Il Papa decide di dargli una lezione, o il Marchese trova moglie o gli verrà tagliata la testa; in ogni caso, dice il Marchese, «me volete morto», ma la sa lunga lui e troverà un machiavellico escamotage per non compromettersi la vita. La marchesina poi ha un problemino, alitosi che stende chiunque le si trovi vicino; «pare che s’era magnata una mutanda vecchia» è questa la battuta che in sintesi presenta una tragedia trasformandola in comicità. Equivoci e difetti non possono mancare in una commedia che si rispetti. Fuori dall'osteria c’è un gruppo di bulli che con spintoni esprimono la loro virilità buffa, «ai ragazzetti poi tocca imparaje la comportamenzione», di uno però se ne innamora la figlia dell’oste, graziosa e vibrante l’interpretazione di Eleonora Pedini che con il suo onomatopeico «brrr» ci regala il brivido dell’innamoramento. Vicino all'osteria c’è il ‘riparo scarpe’, simpatica e divertente l’interpretazione del calzolaio pugliese, Giorgio Giurdanella, che aggiunge il suo colore a questa arlecchinata goliardica capitolina. A Via delle Coppelle spunta il negozio del Carbone, il regno di Gasperino, in teoria, perché a lui piace trascorrere il suo tempo a bere in osteria piuttosto che lavorare, e se la moje «baffona» di Gasperino «c’ha un diavolo per baffo», più che per capello, è un problema. Dinamica e quasi surreale l’interpretazione che ne fa la bravissima Margherita Smiriglia. Funzionali le scene di Maurizio Manzi e Stefano Natale. Giuste le luci e la fonica di Roberto Giansanti. Spensierati e emotivi i commenti musicali di Simone Zucca. Perfetto il trucco di Viviana De Franco e l’intervento dell’aiuto regia e direzione di scena di Barbara Lauretta. Simpatico il gioco tra i tre fraticelli scalzi, a ognuno il proprio carattere e si sa che nella vita c’è chi è più prepotente, chi più bonaccione e chi invece viene completamente ignorato. Funzionanti le gags messe in scena da Mirko Susanna, Stefano Addabbo, Maurizio Pedini. Tre canaglie di frati sempre in cerca di soldi. Il Marchese a sposarsi non ci pensa proprio, sarà Gasperino che lo farà al posto suo, grazie all'annullamento alla Sacra Rota del matrimonio precedente che non è mai stato consumato. Gasperino si innamora di Serenella Storti che, a differenza della prima moglie, bella lo è davvero, ma che, come commedia vuole, ha un difetto fisico, zoppica. Il temperamento di Laura Antonini, espresso con voce e movimenti, governa completamente il suo delizioso personaggio.  Ora, l'happy end deve esserci, e c’è, lo garantisco, per vedere «il disegno» non resta altro al pubblico che andare al Teatro Anfitrione e spegnere i cellulari perché nelle favole non servono. 

Tutte le date in cartellone sono sold out, per questo, sabato 16 novembre alle ore 17:30 ci sarà una replica straordinaria. Non mancate. Ridere fa bene. Il Teatro fa bene.

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Aggiornato il

  09 novembre 2019