Andrea Lupo, l’artista liquido racconta di una «Giovinezza obbligatoria» che …

Di Veronica Meddi

Andrea Lupo, attore e regista, Direttore del Teatro delle Temperie, continua a sviscerare ciò che nella nostra società serpeggia. 
Lo abbiamo visto in scena allo Spazio Diamante a Roma lo scorso anno con lo struggente spettacolo «Lo stronzo», quest’anno avrebbe dovuto calcare lo stesso spazio scenico romano il 18 e 19 aprile con «Il circo capovolto», altra opera intensa ed emozionante che a causa del Covid-19 è rimasta una promessa da mantenere e che sono certa, verrà mantenuta. In questa sospensione temporale l’artista non può fare altro che fare l’artista, infatti Andrea sta realizzando una web-serie che si intitola "Vietato essere umani” in diretta sul-la sua pagina facebook. 
Ma questo attore liquido, è così che si autodefinisce, ha molti altri progetti, un fiume in piena, tra questi «Giovinezza obbligatoria». Ce ne parla. 


Andrea, cosa è il fattore tempo nel tuo ‘Giovinezza obbligatoria’?
Ho immaginato un mondo in cui fosse portato alle estreme conseguenze il nostro stile di vita odierno: i ritmi frenetici, l'iper lavoro, l’ansia di produrre, l’ossessione per i consumi, la paura di invecchiare, la separazione fra le generazioni (giovani coi giovani, adulti con adulti, vecchi coi vecchi)… etc.
La scansione del nostro tempo è diventata negli ultimi decenni quasi maniacale: non c’è tempo da perdere; non c’è spazio per la noia o la riflessione. Si lavora mentre si viaggia, si mangia mentre si fa esercizio fisico in palestra, si guarda un programma in tv mentre si prepara da mangiare e si parla al telefono. Siamo continuamente immersi in mille cose da fare, da vedere, da dire. E non sempre i tempi e i ritmi siamo noi a dettarli, anzi… molto spesso siamo totalmente schiavi di tempi e ritmi dettati dal lavoro, dalla scuola dei figli, dalle programmazioni nostre o altrui.
Allora in questo mondo esasperato ed esasperante il tempo viene scandito ogni giorno ad ogni ora da sirene che dettano a tutti il ritmo da seguire e le attività a cui dedicarsi. La libertà è soggiogata all'efficienza e alla produttività. Si è arrivati, in questo futuro che mi sono immaginato, a decidere cosa va fatto e quando e come per essere più felici, più produttivi e più organizzati. Tutti i cittadini seguono le 12 sirene che dividono la giornata in fasi con differenti e specifiche funzioni.

Gli Agenti Anti età decidono non solo della vita/morte ma anche della dignità delle persone. Cosa è la dignità per Luca?
In questo mondo immaginario la cosa più importante è rispettare i tempi e i modi di vita imposti. Per farlo è necessario essere sempre in perfetta forma fisica e psicologica. Produrre è l’obiettivo di ogni cittadino… produrre e consumare. Produrre di più per poter consumare di più in una vertigine, un’accelerazione continua. Per fare tutto questo quindi il requisito necessario ed indispensabile è per forza il restare giovani il più a lungo possibile in modo  da tenere alti gli standard. Gli Agenti Anti Età sono specifici medici governativi (a metà fra un poliziotto ed un medico di base) che vigilano sulla forma fisica e psicologica dei cittadini. Se un Agente Anti Età ti certifica la vecchiaia vuol dire che secondo i parametri definiti tu non sei più in grado di contribuire attivamente al mantenimento degli standard di produzione e per questo vieni velocemente messo da parte. E’ un grande disonore non poter più partecipare alla vita produttiva perciò ogni cittadino cerca in tutti i modi di mantenersi giovane il più a lungo possibile con ogni mezzo ed espediente. Luca è perfettamente inserito in questo meccanismo sociale ed è molto orgoglioso degli standard che riesce a tenere malgrado abbia da qualche anno superato i 45 anni (soglia considerata come primo scalino verso l’abbassamento delle capacità produttive). 

Dopo i 45 anni di età i personaggi di questa società da te creata entrano nella ‘fase a rischio’. Qual è il vero rischio?
Dopo i 45 anni ogni cittadino viene controllato una volta all'anno dagli Agenti Anti Età. Dopo ogni controllo gli Agenti consigliano al cittadino esaminato come mantenere la propria giovinezza il più a lungo possibile: cambio della dieta, diverso esercizio fisico… ma possono anche dover abbassare lo standard produttivo a seconda del grado di forma in cui si trova il cittadino… di conseguenza viene abbassato anche il livello di consumo a cui il cittadino può accedere. E’ una catena infernale in cui se vuoi accedere a consumi di lusso devi produrre a livelli altissimi e per produrre ad altissimi livelli devi essere in formissima… appena ti succede qualcosa questa catena si spezza e a caduta libera puoi precipitare nel baratro. Basta una malattia o un periodo di stanchezza e gli standard di produzione calano inevitabilmente… al loro calare cala l’accesso ai consumi… ma calando l’accesso ai consumi diventa difficilissimo riaumentare la propria capacità produttiva… e via così… fino a che l’Agente Anti Età all'ennesimo controllo non certifica la tua totale impossibilità a riprendere un decente livello di produttività… in quel momento si viene certificati Vecchi e tutto è finito… due sole scelte ti vengono date… o accetti l’immediato trasferimento nella Città dei Vecchi (luogo inospitale lontano da tutto e da tutti dove ormai più nessuno sceglie di andare) oppure puoi scegliere l'Autoannullamento (il suicidio assistito dallo stato)… in questo caso conservi la tua dignità e il tuo stato sociale, vieni festeggiato da tutta la comunità e chiamato eroe… si aggiunga che in caso di Autoannullamento il 75% delle risorse che lo stato avrebbe speso per mantenerti da vecchio fino alla tua morte, vengono devolute ai tuoi famigliari (la somma viene calcolata a seconda della presunta aspettativa di vita del soggetto anziano).

In questa nostra fase storica del Covid-19, noi, ogni giorno, ci controlliamo la temperatura corporea. Nell'opera da te creata, i tuoi personaggi fanno il loro controllo allo specchio. Qual è il tuo pensiero in merito?
I personaggi sono ossessionati dall'aspetto esteriore ma anche dalla forma fisica e dalla prestanza e dalla felicità… la felicità… è un mondo che ovviamente porta all'esasperazione quello che mi capita di osservare nel nostro mondo di oggi… anche qui da noi, nel nostro tempo noto una crescente ansia e preoccupazione per il proprio aspetto esteriore ma forse ancor più per la propria efficienza fisica… i ritmi da tenere sono altissimi… anche nel divertimento… bere, mangiare, viaggiare, vedere, assaggiare, consumare… riposare non esiste più nè come verbo nè come obiettivo… aspettare, desiderare, osservare… altri verbi in via di estinzione.

Il ritmo e la sua importanza nelle nostre esistenze.
Tutto ha un ritmo molto veloce… basti osservare come anche nella comunicazione tutto viaggi ad una velocità stratosferica ormai… tutto ti viene proposto velocemente… velocemente devi afferrarlo… velocemente devi consumarlo… velocemente devi spostarti su qualcos'altro… consumare consumare consumare… produrre e consumare… non è rimasto spazio per altro… tieni il ritmo… altrimenti rischi di cadere dalla giostra… la giostra gira veloce e se non tieni il ritmo ti disarciona come un toro infuriato… e sei fuori dal giro… 

Il mantra per Luca e sua moglie Franca è “La giovinezza prima di tutto. La vecchiaia è una brutta malattia”. Qual è la bellezza della giovinezza e quale quella della vecchiaia?
Domandona da un milione di dollari… una gran donna che conosco dice sempre che c’è del buono in ogni età della vita… c’è del bello in ogni età… si può essere felici ad ogni età… io credo abbia ragione… bisogna stare attenti a non voler trascinare a forza il buono, il bello e la felicità di un'età anche nell'età successiva… questo potrebbe renderci molto infelici… è questo che capisce Luca alla fine dello spettacolo… si può essere felici anche giù dalla giostra… basta accettare altri modi, altri tempi, altri ritmi...

Una mattina tutto cambia. Cosa è che intimidisce di più: il cambiamento o il suo effetto a sorpresa?
Luca nell'esasperazione che pretende la forma drammaturgia scopre la propria trasformazione all'improvviso un po’ come nella Metamorfosi di Kafka. Invecchia di trent'anni nel giro di una sola notte. Crolla. Come se fosse rimasto per troppo tempo attaccato alla sua forma e ai suoi modi giovanili pur avanzando negli anni e il Tempo gli avesse presentato il conto all'improvviso. Ovviamente ne è terrorizzato, chi non lo sarebbe? La cosa divertente è che lui allo specchio continua a vedersi giovane mentre tutti lo vedono per quello che è diventato: un vecchio di 80 anni. Credo che la vecchiaia spaventi solo se si fa come Luca… se si rimanda continuamente a domani la consapevolezza del proprio mutare quotidiano… allora io personalmente mi aggrappo al consiglio che Bruce Lee dava ai suoi allievi in combattimento: "sii acqua amico mio… resta acqua… adattati ad ogni avversario che incontri… se metti l’acqua in una tazza quell'acqua prende la forma della tazza… si adatta”… ecco io cerco di restare liquido… cerco di non aggrapparmi a nessuna forma.

André Gide diceva “L’arte muore di libertà e vive di costrizioni”, mai come in questo momento storico che siamo assoggettati a costrizioni, obblighi, per vivere, vogliamo la nostra libertà. Dov'è la tua libertà di uomo artista oggi?
La libertà di creare, di immaginare non ci manca mai. Mi manca moltissimo la libertà di proporre le mie creazioni al pubblico. I teatri sono chiusi ma non ci siamo persi d’animo. Siamo rimasti liquidi. Ci siamo adattati. Con la mia compagnia Teatro delle Temperie abbiamo rimodellato la nostra produzione artistica e ci siamo proposti via internet al nostro pubblico. Lo abbiamo fatto attraverso creazioni specificatamente dedicate al mezzo e non rinchiudendo spettacoli teatrali in monitor e streaming. Il teatro si può fare solo dal vivo e allora in attesa di riavere il pubblico davanti abbiamo adattato la nostra produzione ai canali che ancora possono essere percorsi. Per esempio stiamo realizzando un web-serie che si intitola "Vietato essere umani” in diretta sulla nostra pagina facebook.

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Aggiornato il

  09 aprile 2020