«L’isola che non c’era»: la festa di Leonardo Bonetti

Di Veronica Meddi

D’imperfetto, in questa opera letteraria, c’è solo il verbo incastonato nel titolo: “non c’era”, appunto, ma proprio nella negazione che lo anticipa, ecco che tutto promette una forma liquida; umida in alcuni passaggi, evaporata in altri.
Ogni imperfezione, è risaputo ormai, rende unico e riconosciuto chi la vive sulla propria pelle o sulla propria anima, non fa differenza; e quel particolare ha il potere di avvicinare i curiosi svegli o di allontanare lo sguardo dei codardi. 
Ecco, questo è quello che accade leggendo il romanzo di Leonardo Bonetti «L’isola che non c’era» (Il ramo e la foglia Edizioni, pag. 157, euro 15,00).
È un tempo fuori dal tempo quello qui raccontato dall’autore. 
Scorrendo le pagine, si ha come l’impressione di immedesimarsi in un delirio creativo poetico e crudele che sorprende, perché difficile da anticipare. Solo l’intuizione empatica può salvare il lettore.
Leo è l’anima semplice di questa storia scritta sul vento e sull’acqua.
Il giovane solitario dalla vita ordinaria, dopo un abbandono senza parole da parte dell’amata decide di imbarcarsi alla volta di questa terra inconosciuta. Qui scopre una società fondata sulla giustizia, in cui non esistono furti né malattie. Le impressioni positive, però, lasciano presto spazio alla sensazione che ci sia un inquietante non detto: perché le madri non allevano i propri bambini? Qual è la funzione dell’oscuro Necrolario? Cosa succede nella casamatta di pietra e cristallo nascosta sulla montagna? Prima che l’isola sprofondi di nuovo e grazie all’aiuto di Giorgino e Aldina, innamorati in fuga dalle rigide regole a cui gli abitanti sono costretti, Leo riesce a sfiorare alcuni segreti di questo luogo che resta enigmatico come enigmatica è la vita.
Leo, la sua fidanzata la chiama la pulzella, i suoi genitori, la sua famiglia.
Mentre l’uomo dimentica, l’isola è in attesa di un possibile risveglio da parte dell’uomo. 
In molti romanzi capita, durante la lettura, di inseguire una specie di soluzione; qui, invece, si rimane attaccati alle parole, scritte con maestria, godendosi il sapore di ognuna di loro.
«… La festa è solo nel bambino… perché è nel bambino che ogni passione si compie, che ogni febbre acquista il suo significato».
«L’isola che non c’era» (Il ramo e la foglia Edizioni, pag. 157, euro 15,00) di Leonardo Bonetti è un’opera che vibra e fa vibrare, illuminata, quasi, da una luce che trasporta in una dimensione altra.
Il consiglio non può essere altro che leggere questo romanzo.

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Aggiornato il

  13 febbraio 2021