Con «PAGANINI raccontato ai bambini» Fiorella Colombo incita i più giovani a inventare la loro giusta ‘accordatura’

Di Veronica Meddi

Nulla è più bello della gioia di creare con la musica!” pensava un bambino speciale – tutti i bambini lo sono - mentre preparava inconsapevolmente la strada al successo. 
Il suo nome? Niccolò Paganini.
La sua forza? Tutte le fragilità di una salute cagionevole.
«PAGANINI raccontato ai bambini» (Erga edizioni, pag. 32, euro 11,90) di Fiorella Colombo con le illustrazioni di Andrea Ferraris, è un libro polisensoriale che tutti i bambini dovrebbero avere.
L’età consigliata? Dai 7 anni in su, ma garantisco che la grazia pura di quest’opera fa bene all’anima di chi legge e ascolta, e annulla il tempo. Quindi: ‘in su’ può includere qualsiasi età.
Niccolò fu il più grande violinista esistito nella storia, figura leggendaria avvolta nel mistero.
L’eccezione fu la sua regola, e incarnò in modo sublime lo spirito romantico della sua epoca.
Antonio, suo papà, decise di fargli iniziare questo percorso artistico, e noi ancora lo ringraziamo. Prima nella stanzetta, poi nelle chiese di Genova dove l’artista incontrò il vero pubblico.
A soli 12 anni si esibì al teatro Sant’Agostino di Genova, ma da lì all’uscita del suo territorio il passo fu breve. A 19 anni suonò davanti al Papa, riempiendo la chiesa di suoni di animali ricreati col suo violino. E da quel momento, la sua stella cominciò a brillare. 
La malattia che gli diede un aspetto mefistofelico fece di lui un prodigio. 
Improvvisava, andava in estasi, usava la quarta corda, fu proprio in occasione di un bis richiesto da re Carlo Felice che Paganini pronunciò la famosa frase “Paganini non ripete!”.
Cannone fu il nome che l’artista diede al suo violino, vinto in una scommessa, creato da Guarniero del Gesù nel 1743. In esso era racchiusa la sua anima. 
Critiche ed elogi nei suoi confronti furono manifestazioni fuori controllo a conferma del suo essere divino.  
È questa la storia di chi è riuscito a fare dei suoi limiti, la sua forza; di chi ha varcato confini mai accettati; di chi liberando l’anima si esibiva in pezzi improvvisati, vissuti in un suo ‘qui e ora’ intimi e generosi, mai più ripetibili.
La genialità, del bene o del male, poco conta – capirete questa frase solo dopo aver vissuto questa magnifica esperienza – potrà essere la chiave per sognare sogni grandi.
Niccolò inventò la sua accordatura, e forse è proprio questo il consiglio della Colombo celato in questo libro polisensoriale ai più giovani che potrebbero accendere tutte le loro passioni.

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Aggiornato il

  24 settembre 2021